Filtro acquario, interno o esterno ? Pro e contro

 

Filtro acquario: quale scegliere ? Dipende da vari fattori: che tipo di pesci andrete ad ospitare, il tipo di mangime usato, come preferite fare la manutenzione.

In questo articolo mi limiterò ad elencare i pro e i contro, per il resto a voi la scelta.

  • Filtro interno
    • Nessun ingombro esterno, non sempre c’è spazio per mettere un filtro sotto o di lato all’acquario.
    • Nessun rischio di fuoriuscita acqua. Quel che non c’è non si rompe, per quanto siano sicuri e garantiti il rischio di rottura accidentale rimane. Ad esempio è successo che il cane ha deciso di mordere i tubi e l’acqua è uscita.
    • Non c’è bisogno di aprire il filtro per fare la manutenzione, è già a portata di mano sotto il coperchio dell’acquario.
    • Economicità, un filtro interno costa meno all’acquisto.
  • Filtro esterno
    • Maggior volume filtrate: un filtro esterno può contenere un volume di materiale anche 10 volte superiore rispetto a un interno, permettendo così di ospitare pesci anche molto grandi.
    • Grazie alla grande capacità filtrante funziona bene anche se date mangimi molto inquinanti come i congelati, o in grandi quantità.
    • Nessun ingombro interno, lo spazio utile dell’acquario rimane completamente disponibile.
    • Possibilità di portare il filtro da un’altra parte per la manutenzione. Un filtro esterno si sgancia facilmente, in modo da fare la pulizia lontano dall’acquario. Utile nel caso l’acquario sia posizionato in luoghi poco accessibili.

Anidride carbonica in acquario, come e perché

Anidride carbonica in acquario

Anidride carbonica in acquario: un elemento essenziale per la fotosintesi clorofilliana, quindi indisensabile per una sana crescita del comparto vegetale all’interno dell’acquario.

Come e perché usarla

Gli unici sistemi di diffusione di anidride carbonica veramente efficaci e convenienti riguardo a rapporto prezzo/effetto ottenuto, sono quelli con bombola a gas compresso. Esistono molti tipi di bombole, sia usa e getta che con vuoto a rendere. Chiedete al vostro negoziante di fiducia quale può essere la più conveniente al vostro caso.

Regolazione

La dose di CO2 si misura in bolle al minuto. Le bolle si contano nell’aposito contabolle, che può essere installato a parte o compreso nel diffusore all’interno dell’acquario. Per dosi di CO2 leggere, massimo 4 bolle al minuto su 100 litri, si può tenere l’erogazione attiva 24 ore su 24 senza problemi.

Attenzione al PH

La CO2 disciolta in acqua forma acido carbonico e abbassa anche notevolmente l’acidità dell’acqua dell’acquario. Nel caso di dosi di CO2 elevate, da 5 bolle al minuto in sù, è opportuno fermare l’erogazione di CO2 quando le luci sono spente. Per bloccare l’erogazione di CO2 si può usare un’elettrovalvola oppure un phmeter elettronico.

A luci spente le piante fermano la fotosintesi clorofilliana che assorbe CO2. Rimane quindi la respirazione cellulare che produce CO2 a cui si somma la CO2 diffusa dal nostro sistema: è proprio in casi di dosi elevate che questa somma può essere eccessiva e portare ad eccessiva acidificazone.

Ovviamente per stabilire con precisione se l’acidità dell’acqua è fuori parametro, fate dei test PH.

Durata della bombola

Mediamente una bombola da 500 grammi, regolata a quattro bolle al minuto, dura circa 12 mesi.

L’utilizzo di una elettrovalvola per bloccare l’erogazione di anidride carbonica a luci spente permette di triplicare la durata della bombola.

Questo perché l’anidride carbonica serve per la fotosintesi che avviene solo a luci accese, quindi, per un periodo di illuminazione standard di 8 ore al giorno, fermare la CO2 permette di triplicarne la durata.

Danni da sovradosaggio

L’eccesso di anidride carbonica è molto dannoso, a seconda della quantità si possono sperimentare crescita di alghe, acidificazione eccessiva fino a intossicazione da CO2 e mortalità diffusa dei pesci.

Arredare l’acquario, prodotti essenziali

Arredare l’acquario

Arredare l’acquario: seguendo questo semplice schema sarà un gioco.

Termometri

Il termometro serve per controllare la temperatura, ne esistono di vari tipi; interni, esterni, ad alcool, elettronici, digitali. Scegliete quello che più si confà alle vostre esigenze.

Substrato di fondo

Può essere fertilizzato o inerte fine come sabbia o grossolano come pietrisco. Dipende dall’aspetto che volete ottenere e dalle esigenze dei pesci che pensate di ospitare. Attenzione alcuni tipi di pesci non tollerano determinati tipi di materiale di fondo, chiedere delucidazioni al vostro negoziante di fiducia in proposito.

Nel caso vogliate delle piante rigogliose, può servire un cavetto sottosabbia.

Sifonare il fondo dell’acquario

Sifonare il fondo, quando serve

Sifonare il fondo dell’acquario non è sempre necessario, l’ideale sarebbe realizzare un piccolo ecosistema funzionante nel quale i prodotti di rifiuto vengono completamente consumati dal filtro, pesci di fondo, chiocciole e gamberetti.

Tuttavia non sempre si riesce ad ottenere tale risultato, vuoi per una popolazione di pesci troppo consistente, vuoi per eccesso di mangime o per l’uso di mangimi poco raffinati.

Sifonare il fondo, come fare

Nel caso sia necessario sifonare il materiale di fondo questo accessorio può essere molto utile. Tramite un rapido movimento verticale si riesce ad innescare il sifone, ed una volta espulsa tutta l’aria dal tubo avremo una costante aspirazione d’acqua. A questo punto sarà sufficiente inserire la bocca della campana per 1 o 2 cm nella ghiaia per aspirare sedimenti e sporcizia senza togliere la ghiaia stessa, che essendo pesante rimane a fondo.

Sifonare il fondo, talvolta non si può

Questo metodo non può essere utilizzato con la sabbia finissima, in quanto non è abbastanza pesante da rimanere a fondo e verrebbe quindi aspirata assieme all’acqua.